December of 98
Number 1
Da “JAM” n° 45/dicembre 1998 nella Rubrica “Chi fa da sè fa per 3ves” di Fabio Treves
BLUES FAMILY
LA GRANDE FAMIGLIA DEL BLUES MADE IN ITALY


6 ottobre 1998,
una data storica per il Blues, inteso come movimento culturale e musicale, come stile di vita, ma soprattutto come insieme di sensazioni, stati d'animo e “vibrazioni positive”. Erano in tanti ad affollare il mitico Sacra Birra Saloon, di S. Ambrogio, in provincia di Torino, per intervenire, musicalmente e non, al 1° incontro sul Blues organizzato in Italia. Scusate se è poco! L'idea, come spesso accade, arriva dopo qualche serata divertente e una birra in più, agli amici Matteo e Vito, rispettivamente anima e gestore del Sacra Birra il primo, e leader della emergente band torinese Innesco Blues Band il secondo: si fanno progetti, si parla di far incontrare i tanti musicisti della scena made in Italy, di mettere le basi per un incontro annuale, si decide di chiamare il tutto in maniera più che semplice: Blues Family, per ribadire che comunque siamo una grande famiglia. Gli inviti erano partiti con anticipo, ma complici le magiche poste italiane, molti purtroppo, non ne hanno mai saputo niente... a loro diciamo ci dispiace, ma sarete invitati per primi al nostro secondo grande appuntamento.
C'erano quasi tutti i bluesmen di casa nostra, i pochi assenti erano “giustificati”, chi bloccato dal pessimo tempo, chi a lavorare per precedenti appuntamenti di lavoro presi. E poi ha fatto piacere a tutti vedersi per una volta tutti assieme su e giù dal piccolo ma prestigioso palco del Sacra Birra per scambiarsi esperienze e indirizzi utili, per ricordare gli amici che ci hanno lasciato troppo presto (uno per tutti, il grande Cooper Terry) ed accogliere nella grande famiglia i “giovani biuesmen'. Sono arrivati da tutta Italia, c'era anche chi si è fatto 1300 chilometri come l'amico Danilo Prete, accolto da una simpatia ed amicizia degna di quelle storie chicagoane d'altri tempi.E poi tanti, ma veramente tanti amici musicisti, tutti bravi, tutti animati dallo spirito giusto, non competizione, ma vera passione per il Blues: questa l'aria che si respirava in quella magica serata.
Maurizio Glielmo (Gnola Blues Band), Paolo Bonfanti, Nick Becattini, Roberto Borbioli (Morblus Band), Andrea Scagliarini (Little Red & The Roosters), Angelo “Leadbelly” Rossi, la Innesco Blues Band, Alberto Marsico (mitico!) e i suoi King Bees, Dario Lombardo's Blues Gang, l'amico Riccardo Migliarini (da Gubbio) della Rico Blues Combo, James Thompson e Stefano Franco,
i bravissimi Blues Corner, i Blues Jeans Band (divertentissimi), Gavino Parretta da Roma, il grandioso Peppe O'Blues e i suoi Hell's Cobra e tanti altri - e mi scuso con coloro che ho tralasciato per rimbambimento senile. Insomma, una base di partenza più che ottima per procedere verso un nuovo millennio all'insegna della musica dei diavolo, per poter allargare gli orizzonti del Blues, per andare avanti tutti assieme senza “menate”, per opporre la nostra buona musica a quella che omologa tante persone al livello più basso e commerciale. A tutti gli intervenuti un grazie affettuoso, agli organizzatori l'augurio sincero che i loro sforzi possano essere ripagati in un immediato futuro da successi e grandi soddisfazioni, per il sottoscritto la gioia di poter scrivere di un evento unico, ma non irripetibile, e la libidine di poter dire: "C'ero anch'io!”.
A presto.
Fabio Treves
Da “Luna Nuova” del 13 dicembre 1998
Han suonato il blues per noi
S. Ambrogio, strepitosa la 1a Convention alla Sacra Birra
S.AMBROGIO - “Non sono un nome importante, non sono una star. Ma suonerò i blues per te, con la mia chitarra. Tutta la tua solitudine io cercherò di far svanire. Suonerò i blues per te”. Con queste parole di Jerry Beach si è conclusa la prima “Convention Nazionale The Blues Family”, un messaggio sincero e una promessa profonda che racchiude in sé significati per i quali la parola, a volte, diviene persino inutile per svelarne l'essenza. Si è consumata così, martedì scorso, una serata speciale, magica e sicuramente meritevole di attenzione da parte del mondo blues che conta. Sì, perché questo appuntamento ha visto musicisti, discografici, critici e tanti operatori di settore arrivare dalle parti più disparate della penisola, dalle provincie di Lecce, Pistoia, Genova, Treviso, Milano, Napoli, Piacenza, Perugia e quant'altre. Sono stati in molti ad affrontare questo viaggio per portare la propria testimonianza e poter dire ancora una volta “suono il blues anche per te!”. C'è persino chi, arrivato a Porta Nuova, ha preso un taxi per raggiungere la convention solamente perchè non poteva mancare.
Il merito dell'operazione va interamente attribuito al patron Matteo Ruggieri, che questa volta ha davvero superato se stesso, e al suo direttore artistico Vito Renda. Sono riusciti a dar vita a una macchina organizzativa che faceva invidia ai più grandi "festivaloni", per intenderci quelli che appaiono in tv e nei giornali di settore. Ma del resto, in questi anni la “Sacra Birra Saloon” ha ospitato Capitan Fede, Lizard King, Zio Arthur, Pier Foschi, Michael Coleman, James Thompson & Mr. Boogieman, Philip Walker, Fabio Treves, Dario Lombardo, Popa Chubby, Banzai, Bill Thomas, Buddy Miles, Nick Becattini, Sax Gordon, Andy White, Mick Clarke, Johnny Mars, Bobby Mack, Cico Cicognani, Gatto Panceri, Gospel Girl, Bambi Fossati, Hotel La Salle, Paolo Bonfanti, Hot Bibis, Gigi Ciffarelli, The Hell's Cobra,
Blues Corner e Vas-Tie Jackson, solo per citarne alcuni. E' stato predisposto un servizio d'ordine impeccabile, efficiente e, incredibilmente, gentile. Il locale ha poi offerto a tutti i partecipanti da bere e da mangiare e per alcuni è stato anche previsto il pernottamento. Sono state stampate e regalate 250 magliette e, c'è da esserne certi, questa cosa non può essere considerata una semplice operazione commerciale, ma una questione di passione, di cuore. All'evento non sono voluti mancare neanche Giulio Camarca con la sua preziosa collezione di chitarre "Vintage" e Gavino Perretta che, con Gabriella Rossi, ha presentato il cortometraggio "Blues Up".
La novità dell'iniziativa è stata quella di ricercare un punto di incontro per creare collaborazione, “The Blues Family” appunto, in grado di far sentire la propria voce sia in Italia che all'estero. Un’iniziativa che proprio per la sua portata non si pone limiti di ambizione. “Per questo debbo ringraziare tutti - è il commento di Vito Renda - tutto si è svolto con lo spirito giusto: incontriamoci, divertiamoci, suoniamo insieme e scambiamoci gli indirizzi. Per i musicisti, e si tratta di professionisti, è stata un'occasione per far festa, non per lavorare”. A seguito di una breve introduzione alla quale sono intervenuti Dario Lombardo, Slep, Giulio Camarca e Fabio Treves, si è finalmente dato sfogo alla magia delle dodici battute. Hanno così volato fra le blue note l'impareggiabile Peppe O' Blues (che ha sottolineato il suo ingresso dicendo: "al Nord v'aspettavate l'uragano, e mo' sono arrivato'), l'armonicista Fabio Treves, Alberto Marsico per l'Hammond che suonava jazz e Slep che tanto sta facendo parlare di sé in Inghilterra, poi Andrea Scagliarini, James Thompson, Maurizio Gnola e gli Innesco Blues Band che hanno aperto e chiuso le jam session sino a notte inoltrata. Forse questo mondo non riesce a essere comprensibile a tutti, ma la verità e che per molti il blues, la musica, significano la vita. E dopo il successo di questa prima edizione, fra gli addetti ai lavori sono in molti a scommettere che per il blues italiano il 6 ottobre '98 diventerà presto una data da ricordare.

Massimiliano Finotti
Da “IL BLUES - Trimestrale di cultura musicale” n° 65 Dicembre 1998
The Blues Family
Quante volte ci siamo trovati a considerare che la passione che accomuna ascoltatori e musicisti di blues (affermati o meno) comprende modi di sentire che trascendono la forma artistica in sé? Bene, per iniziativa di un pugno di fervidi credenti il feeling per il blues, spesso denigrato come "retorico", è diventato un marchio di famiglia. Sto parlando dell'iniziativa svoltasi martedi 6 ottobre al Saloon “La Sacra Birra” locale di S. Ambrogio nella media Val di Susa, sulla statale 25 che da Torino conduce al Moncenisio. Il locale, aperto da non più di tre anni, ha già solide credenziali non solo tra i bevitori, ma anche tra i numerosi vagabondi della notte che cercano buona musica oltre i confini della città e dei luoghi comuni.
Specialista in blues e roadhouse music (frequenti sono i bikers e i lunghicapelli tra gli avventori, grazioso l'arredamento texano-piemontese), ha ospitato valorosi americani come Sax Gordon, Bobby Mack, Vas-Tie Jackson e Phillip Walker, oltre ai più capaci combos nostrani. Ma quella sera non era per il pubblico. Circa duecento ínsiders da tutta ltalia, massimamente suonatori ma anche giornalisti, promoters, bluejays, fotografi e videomakers, si sono incontrati sfidando anche centinaia di miglia di maltempo, per scambiarsi musica e parole in un'iniziativa rigorosamente ad inviti che fino alla vigilia ai più sembrava un'allegra perdita di tempo. Senza promesse di rimborso spese (salvo una sopraffina accoglienza, una maglietta ricordo, un finto disco a 7 pollici personalizzato, gustose consumazioni per tutti e una camera con vista sul Lago di Avigliana), né la gratificazione di un pubblico pagante, una significativa cross-section dei blues italiano (compresi i naturalizzati James Thompson e il lucido Andy Martin, londinese di Perugia) ha avanzato proposte, ha illustrato progetti, ma soprattutto ha fatto quello che sa far megiio: ha suonato. E' stata una lunghissima (e magistralmente coordinata) dimostrazione di tutti gli stili che il popolo dei blues conosce. Dopo la presentatone del simpatico cortometraggio “Blues Up" dei romani Gabriella Rossi e Gavino Parretta, hanno sfilato senza accavallarsi i torinesi Innesco,
Blues Corner (con i concittadini Blues Jeans, travolgente duo simil-vaudeville, e il presunto mississippiano "Leadbelly" Rossi, intrepidi e fantasiosi propositori delle forme all'antica), Dario Lombardo (iperrealista come raramente lo ricordavamo), i ricomposti Kingbees, Slep, Andrea Scagliariní e il giovane hammondista Federico Conti. Da Roma l'one-harmonica-man band “Rossovino”, da Verona Roberto Morbioli e Danieie Scala dei Morblus, da Pistoia Nick Becattini, da Napoli il power-trio Peppe O' Blues & Hell's Cobra, e inoltre...
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